
«Aspetta qui un momento», mi aveva detto la mamma prima di andare a sbrigare qualche faccenda o entrare in un negozio. È stata quella la prima volta che ho incontrato C.T., potevo avere nove o dieci anni, non di più.
Sul marciapiede un uomo buono faceva suonare delle trombette sul suo carretto a dei bambini. Sopra vi erano dei cagnolini, anche loro avevano la faccia dei buoni, di quelli con gli occhi dolci sempre pronti a scodinzolare per una carezza, sempre su quel carretto.
Allora non sapevo nulla di C.T. ma quell’incontro l’ho sempre ricordato, anche anni dopo, quando lo vedevo predicare al Parco Sempione e ripetere all’infinito i suoi mantra: "La chiesa ti uccide coll’onda", "Nel clero esistono impianti a onde che torturano, rovinano e uccidono da lontano. Milioni di morti in Italia", "Popolo bue", "Radio e televisione basta versi da gorilla ma cultura".
Una volta ho visto un “signore apparentemente distinto” che lo attaccava duramente, si erano messi a discutere animatamente, la moglie del “signore apparentemente distinto” cercava di trascinarlo via, ma questo continuava ad inveire contro C.T., doveva essere un bigotto che difendeva la chiesa a spada tratta. Lo trovai piuttosto ridicolo, mentre l’allora spesso deriso C.T. non si scompose più di tanto, uscì indenne da quella confusione dove perfino quei cagnolini mansueti si erano messi ad abbaiare. Poi C.T. proseguì, aveva una missione da compiere.
Per anni ho letto le frasi di Carlo Torrighelli, era questo il suo nome, scritte con la vernice bianca sull’asfalto nei dintorni del Castello Sforzesco. Erano lì, graficamente inconfondibili e ordinatissime, delle opere d’arte, firmate con le iniziali del suo nome, finché il tempo non se le è portate via anni dopo la sua morte avvenuta nel 1983. Leggendole sembrava di ascoltare ancora la sua litania, e anche ora, riguardando queste foto e scoprendo che c’è diverso materiale anche in internet su questo storico personaggio di Milano, mi pare di risentirle: la chiesa ti uccide coll’onda…